lunedì 21 novembre 2011

Tagliatevi voi

Ormai dei tagli alla spesa pubblica e dell' aggiunta di nuove tasse siamo quasi abituati. In questi tempi di crisi ci hanno detto che certe cose sono inevitabili.
Sono inevitabili anche i privilegi della casta?
Vi sottopongo uno schema, preso gentilmente dal sito Yahoo, che riassume in breve qual è la differenza tra un comune cittadino ed un politico italiano. Vediamo.

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Magari qualche "taglietto" anche per loro non sarebbe male...

domenica 20 novembre 2011

Tutta colpa del Cavaliere?

E' dai tempi di Tangentopoli che non si vedeva il popolo italiano così incazzato.
Il giorno 12 novembre 2011 Berlusconi rassegna le dimissioni. Ormai la maggioranza non c' è più e anche un irriducibile come il Cavaliere scioglie il governo. Non è la prima volta che un governo si dimette, soprattutto in Italia, ma quello che è accaduto fuori i palazzi della politica quel sabato sera non è una cosa usuale.
La folla si accalcava sempre più in prossimità delle vie dove ad uno ad uno sfilavano gli ormai ex-governanti, urlando di tutto, dal semplice "buffoni" al più duro "mafiosi".
A parte questo c' è una cosa che ricorda molto l' uscita di scena di Craxi. La gente ha riservato il trattamento "monetine" anche a questo governo.
Qual è la causa di tanto astio? Forse è dovuto ad anni di una misera politica, fatta di insulti, leggi ad personam, poca attenzione ai veri problemi dei cittadini, escort e totale imbarazzo di avere come rappresentante dell' Italia un personaggio ambiguo e non "educato" a sedere ai tavoli importanti.
Ok, la crisi economica ha dato il suo aiuto ma...è tutta colpa di Berlusconi?
Facendo un' analisi veloce e superficiale si direbbe proprio di no.
In Italia, da molti anni, abbiamo un opposizione inesistente. Le divisioni interne del centro-sinistra sono sotto gli occhi di tutti.
Quando Berlusconi scese in politica il suo problema principale a detta dei suoi detrattori era il conflitto d' interesse. Quando il centro-sinistra è salito al potere ha fatto qualcosa per cambiare questa situazione anomala?
Quando si è trattato di toccare i privilegi della casta il centro-destra ed il centro-sinistra non hanno fatto fronte comune?
La legge elettorale detta "porcellum", con buona pace di pochi esponenti politici, non è stata digerita da tutti i partiti?
Nella situazione odierna, quando si è deciso per un governo tecnico e quindi di escludere i cittadini dalle decisioni politiche, i due schieramenti non sono stati d' accordo quasi all' unanimità?
E allora, il popolo che si è rivoltato contro Berlusconi non avrebbe dovuto protestare anche contro il resto della classe politica per tutti questi anni di malagestione della cosa pubblica?
E' vero, Berlusconi ormai non aveva più il consenso di una volta, e si sa che la gente ha bisogno di capri espiatori, ma riflettiamo, quanto pesa sulla testa di ogni politico italiano la grave situazione che si è venuta a creare nel nostro paese?
Ogni tanto essere al di sopra delle parti non è un male.

sabato 19 novembre 2011

Esempi da seguire

Togliere il potere a banche, banchieri e affini. Si può.
Abbiamo un esempio fantastico che proviene direttamente da una terra gelida ma i cui abitanti si sono dimostrati più infuocati di molti altri. Parliamo dell' Islanda.
Questa nazione, agli inizi del 2006, iniziò a conoscere gli effetti devastanti delle decisioni prese da persone senza scrupoli, che pur di arricchirsi specularono sulla vita dei cittadini. Le maggiori tre banche del paese furono coinvolte in casi d' insolvenza, e quando nel 2008 scoppiò la crisi a livello mondiale la situazione precipitò. C' è da sapere che l' Islanda fino a poco tempo prima era una nazione solida e aveva uno dei redditi pro-capite più alti del mondo. Grazie alle abominevoli manovre di poche persone un' intera nazione era sull' orlo del fallimento. Ovviamente in questi casi il "benemerito" Fondo Monetario Internazionale spinge per far adottare delle misure drastiche alle nazioni in crisi, un po' come succede oggi qui in Italia.
La reazione però fu diversa.
Il popolo islandese non era d' accordo sul pagare debiti non contratti da loro, com' è giusto che sia. Cadde il governo. Fu eletto un nuovo governo che però diede ragione al FMI, creando una manovra "lacrime e sangue".
Colpo di scena!
Il Capo di Stato Ólafur Ragnar Grímsson non ratificò la legge e indisse un referendum. I cittadini avevano il diritto di esprimersi in merito, pagare o no i debiti. Seguirono minacce da parte dei poteri forti, addirittura si pensò ad un embargo che avrebbe fatto diventare l' Islanda la Cuba dei ghiacci. Nonostante ciò il 93% degli islandesi votarono NO al rimborso dei debiti e tanti saluti ai creditori.
Ma non era abbastanza.
Tutti i responsabili del crollo finanziario furono indagati, e chi rimase sull' isola fu arrestato. Molti altri scapparono alle prime avvisaglie di pericolo. Inoltre si decise di redigere una nuova costituzione che non avrebbe permesso più certi giochetti da parte di questi "criminali legalizzati". La nuova costituzione islandese è stata scritta dal popolo, tramite rappresentanti senza vincoli politici eletti dagli islandesi e tramite internet, con i cittadini che partecipavano alla stesura del documento.
Una vera rivoluzione!
Come sta adesso l' Islanda? Benino, si sta riprendendo dal momento terribile, non grazie a manovre di governo in cui solo il popolo paga errori di altri o grazie a salvataggi esteri, cose che ci propinano come necessarie nel nostro paese.
L' Islanda si è riappropriata del proprio futuro e della propria sovranità grazie ai suoi cittadini che non si sono piegati alle subdole leggi della finanza internazionale, ai ricatti del Fondo Monetario Internazionale, della BCE, delle nazioni creditrici non nei loro confronti ma nei confronti di privati cittadini, i banchieri.
Queste storie non si urlano in TV o sui giornali, ma nel nostro piccolo cerchiamo di sussurarle nelle orecchie di quante più persone possiamo.

W l' Islanda!

venerdì 18 novembre 2011

Saggezza

“Noi, infatti, siamo i soli a considerare chi non partecipa alla vita pubblica non come a un cittadino tranquillo, ma come un cittadino inutile; e noi stessi esprimiamo giudizi o discutiamo come si deve sulle questioni, dal momento che non riteniamo che le parole siano un ostacolo per l’ azione, ma piuttosto che lo sia il non essersi informati attraverso la parola prima di affrontare l’ azione che deve essere intrapresa.”
Pericle